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Cinque anni dopo il disastro, la verità sulla mancata manutenzione è emersa. Oggi, la sicurezza del territorio esige una rinnovata riflessione strategica e un confronto aperto sul futuro di Nonantola.

Il 6 dicembre 2025 segna il quinto anniversario dell'alluvione che ha ferito Nonantola. La tesi, evidente fin da subito e pienamente condivisa dal gruppo consigliare Futuro 2030, è che l'evento non fu fatalità, ma la diretta conseguenza di una scarsa manutenzione che durava da anni. Oggi, quella verità ha trovato un suo spazio nelle aule di giustizia: la perizia commissionata dal Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche di Firenze ha infatti confermato la responsabilità di AIPO in una reiterata negligenza sulla manutenzione degli argini. Questa conclusione, pur non essendo una sentenza di condanna formale, lancia un inequivocabile messaggio politico agli enti territoriali (Regione e AIPO in primis) sulla necessità di abbandonare l'inerzia nella tutela del territorio.

  • Purtroppo, il meccanismo di rimborso è stato quello degli aiuti e dei contributi della Protezione Civile - e non l'annunciato risarcimento pieno.
  • La forte pressione dei cittadini ha costretto le istituzioni ad andare oltre l'ordinario.
  • Il Governo Draghi stanziò 100 milioni di euro per l'area modenese a garanzia di un'ampia copertura dei danni.
  • Tuttavia, i contributi erogati ai singoli cittadini e alle imprese sono rimasti limitati dai massimali imposti dalle ordinanze di Protezione Civile, per cui solo poco più di 16 milioni sono stati effettivamente erogati.
  • Questo processo, lungo e complesso, ha costretto la nostra comunità ad attendere anni per veder riconosciuti i danni.

Se la burocrazia è stata lenta sui contributi, è inammissibile che lo sia anche sulla prevenzione. Nonostante i fondi destinati alla messa in sicurezza - la parte rimanente dei 100 milioni - fossero subito disponibili, la nostra critica più amara è che le opere strutturali più importanti sono ancora sulla carta.

  • Il progetto del secondo argine di rinforzo, essenziale per proteggere l'area della rotta, non è stato ancora avviato.
  • Il fragile tratto di argine che ha ceduto sia nel 2014 sia nel 2020 versa ancora nelle medesime condizioni.
  • La criticità, per il rischio rotte, si concentra in un'area limitata, compresa tra il ponte di Sant'Ambrogio e quello di Navicello.
  • Per questo, chiediamo al Comune di Nonantola di impegnarsi a tenere costantemente monitorato lo stato di questo specifico tratto e di sollecitare un controllo puntuale e urgente da parte degli enti preposti.
  • Le promesse della Regione di raddoppiare i fondi strutturali e nuovi fondi per la progettazione sono vane se non si traducono in cantieri rapidi e certi.

A peggiorare il quadro, il Governo nazionale propone di rendere obbligatorie le assicurazioni private contro i rischi idrogeologici. In pratica, mentre i partiti di destra locali si fanno paladini dei cittadini contro le negligenze pubbliche, la loro stessa maggioranza a Roma suggerisce di "privatizzare il rischio", rinunciando al ruolo primario dello Stato nella difesa del territorio e scaricando la sicurezza interamente sui portafogli delle famiglie.

Il gruppo consigliare Futuro 2030 prende molto seriamente la difesa del territorio. Le recenti trasformazioni che interessano la nostra area, pur muovendosi nel solco dei principi urbanistici che richiamano la rigenerazione urbana e il contenimento del consumo di suolo, richiedono particolare attenzione.

  • È cruciale che questi nuovi insediamenti non siano percepiti come corpi estranei.
  • Per questo, sosteniamo la necessità di un confronto attivo e di proposte concrete che ne garantiscano la piena integrazione, sia dal punto di vista urbanistico che commerciale, sociale e culturale.
  • In sintesi, crediamo sia fondamentale rendere i processi decisionali più partecipati e rispondenti alle esigenze del nostro territorio.

A cinque anni dal disastro, la verità giudiziaria impone di agire sulla prevenzione. Vogliamo subito la messa in sicurezza strutturale e l'adozione di un nuovo paradigma che metta fine al consumo di suolo e consideri anche i "costi nascosti" delle trasformazioni urbanistiche.

All'Amministrazione comunale ribadiamo la necessità di organizzare un incontro pubblico per fare il punto su cosa è stato fatto e quali sono i prossimi passi per la messa in sicurezza del territorio. È tempo di dimostrare con i fatti che la sicurezza del territorio e della comunità sono priorità inderogabili per il nostro futuro.

Nonantola, 10 dicembre 2025

Gruppo consigliare Futuro 2030 FUTURO A SINISTRA, Nonantola Progetto 2030 Il Futuro Adesso