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Quando la Provincia di Modena, analizzando la documentazione fotografica relativa al progetto del nuovo polo logistico previsto presso il quartiere artigianale delle Gazzate, fra le tante osservazioni avanzate chiedeva al progettista di “produrre foto inserimenti più chiari” perché da quelli allegati “non è possibile comprendere l’entità e la consistenza delle quinte verdi previste dalla Valsat come barriera visiva”, subito non abbiamo colto il motivo di una tale osservazione, che, nel lungo elenco di criticità evidenziate, appariva più come un puntiglio o un eccesso di scrupolo che come un’obiezione di sostanza.

Ma se consideriamo che il “progetto di ampliamento di attività produttiva esistente” di via Leonardo da Vinci prevede la costruzione di due fabbricati, uno da 61 mila mq di superficie, l’altro da 13 mila mq, la ragione di quell’osservazione appare chiara: l’impatto sul paesaggio dei due smisurati parallelepipedi di cemento (altezza 15,50 metri) sarà tutt’altro che nullo come sostengono i progettisti e difficilmente potrà essere mitigato da barriere verdi, fosse anche una foresta.

Per farci un’idea dell’aspetto visivo del fabbricato in questione abbiamo cercato, in Provincia di Modena, un edificio già costruito di tali dimensioni e… non l’abbiamo trovato! Per esempio, il centro commerciale IperCOOP I Portali misura “solo” 26 mila mq; il capannone della CNH Italia all’angolo di via Pico della Mirandola e via Ramelli a Modena misura 27 mila mq; l’ospedale civile di Baggiovara copre un’area di 29 mila mq; il capannone della New Holland in via delle Nazioni misura 36 mila mq; il centro commerciale Grandemilia si estende su 47 mila mq; il più grande capannone della ceramica Marazzi a Sassuolo non arriva a 50 mila mq. Solo la Basilica di S. Pietro a Roma, includendo la piazza e il colonnato del Bernini, con i suoi 66 mila mq complessivi, darebbe un’idea della superficie occupata dal fabbricato che sarà costruito a Nonantola, purtroppo con standard architettonici… nettamente peggiori!

Se la deturpazione del paesaggio alle porte di Nonantola sarà imponente, che dire poi dell’impatto sul traffico della via Nonantolana, già oggi interessata da lunghissimi tempi di percorrenza nelle ore di punta? I progettisti assicurano che il progetto “non incide in modo rilevante sulle condizioni di servizio della rete stradale che rimane pressoché immutata”. A noi sembra irrealistico che un’attività di “distribuzione, logistica e imballaggi” che utilizza un magazzino di quelle dimensioni non abbia effetti significativi su una mobilità già oggi molto critica.

Anche per questa ragione il gruppo consigliare Nonantola Progetto 2030, insieme ai firmatari della “Lettera aperta per uno sviluppo sostenibile del territorio”, chiede al Consiglio comunale di evitare responsabilmente trasformazioni urbanistiche contrarie agli obiettivi dello sviluppo sostenibile, della riduzione dell'inquinamento atmosferico, della riduzione del consumo di suolo, della tutela dell'ambiente e della mitigazione del cambiamento climatico.

Non comprendiamo bene se l’intervento sulla stampa locale di alcuni consiglieri comunali di Forza Italia sia di autotutela o “terroristico” nei confronti di chi abbia l’intenzione di votare contro la realizzazione del Polo logistico delle Gazzate. Non comprendiamo nemmeno perché Forza Italia offra il suo soccorso a quella parte di PD che appoggia la realizzazione di questo devastante progetto. Ciò che è evidente e sconcertante è il pasticciaccio brutto nel quale la Sindaca ha cacciato il Comune di Nonantola: una gestione insipiente ed arrogante arrivata al punto di tenere sottotraccia procedure e scelte amministrative che solo il provvidenziale intervento da prima di Nonantola Progetto 2030, poi insieme ai gruppi consigliari del Movimento 5 Stelle, Nonantola Libera e Una mano per Nonantola e undici associazioni del territorio, hanno reso trasparente e pubblico.

Ecco alcune domande che abbiamo posto più volte alla Sindaca, rimaste purtroppo senza risposta: perché dal maggio 2018 a oggi, data in cui è iniziata l’interlocuzione fra il proprietario dell’area (il Consorzio Attività Produttive, ente pubblico cui il Comune di Nonantola è socio) e l’investitore privato, l’Amministrazione comunale non ha ritenuto di consultare i cittadini sull’opportunità di realizzare un progetto che avrà un forte impatto sulla mobilità verso Modena e sul consumo di suolo? perché a settembre del 2021 è stato firmato un accordo di prevendita, con versamento di una consistente caparra da parte del privato, senza chiedere al Consiglio comunale un parere preventivo? perché il Consiglio comunale, che si troverà a prendere una decisione su un polo logistico da quasi 150 mila mq (una delle più grandi varianti al piano regolatore dal dopoguerra a oggi) è stato informato del progetto solo a gennaio 2022?

Tranquillizziamo il consigliere Platis ricordandogli che in Italia è ancora in vigore la Costituzione repubblicana, che all’Art. 41 tutela l’iniziativa economica sia pubblica che privata, e sancisce che essa “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. La legge assegna ai consiglieri comunali il compito di indirizzare e coordinare le scelte urbanistiche a fini sociali e ambientali. Va da sé che tale funzione va svolta in piena libertà e trasparenza, senza subire la pressione del ricatto. Il Consiglio comunale non è tenuto a recepire opachi accordi presi fra altri soggetti, a maggior ragione se contrari alle politiche di sostenibilità ambientale. Se c’è un soggetto che dovrebbe dare spiegazioni sulla cattiva gestione di questo progetto, sui maldestri tentativi di forzatura e sulle promesse fatte, questo è la Giunta comunale, presieduta dal Sindaco, non certo il Consiglio comunale, cioè l’organo di rappresentanza e controllo dei cittadini, che nonostante le ripetute richieste, non è ancora stato messo nelle condizioni di potersi esprimere su una questione di sua competenza.

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