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Se ci fosse Pietro Ingrao, oggi sarebbe qui nei cortei, nelle piazze a gridare insieme ai giovani. Per il clima, sì. Ma ben sapendo quale politica serva e modelli economici globali hanno condotto la terra sull'orlo di un collasso. Se ci fosse Pietro, insieme ad Enrico, sarebbero lì a parlare di un futuro possibile, tutto attuabile nelle possibilità dei giovani che devono studiare, acquisire conoscenze per leggere la Storia del pianeta, dei suoi popoli, dei capi che hanno usato il potere come strumento per arricchire chi lo era già e accontentarsi di briciole per i loro popoli.

Ci manchi Pietro, proprio oggi 27 settembre 2015 ci hai lasciato soli e sparpagliati e, come diceva Laura, senza un partito, degno di questo nome.

A pochi mesi dall’insediamento della giunta comunale di Nonantola abbiamo assistito, prima increduli, poi allibiti, ad uno scontro tutto interno tra l’Assessore alla Pubblica Istruzione e l’Assessore all’Ambiente e all’Urbanistica su una questione che ritieniamo di vitale importanza, ossia il ruolo del servizio pubblico nella formazione dei cittadini.

Ad un articolo apparso sulla stampa locale, dove l’Assessora Elena Piffero illustrava e promuoveva la scelta da lei operata e descritta in un suo libro di recente pubblicazione di “educare i propri figli tra le pareti domestiche scegliendo, consapevolmente, di non mandarli a scuola” (il cosiddetto unschooling), ha risposto l’Assessore Enrico Piccinini precisando che “tale idea della formazione rappresenta un’opinione personale” e “una filosofia educativa nella quale l’Amministrazione non si riconosce”.

In coerenza con il nostro programma elettorale, dove affermiamo che “la conoscenza deve tradursi in un diritto a una scuola pubblica, per tutti e di tutti, che promuova e diffonda gli scambi culturali fra diverse identità, etnie e religioni”, Nonantola Progetto 2030 condivide le contestazioni mosse dall’Amministrazione alla propria Assessora, la quale non mandando i figli alla scuola di tutti e scegliendo per essi un’educazione chiusa nel ristretto ambito familiare denota sfiducia nella scuola pubblica, compiendo una scelta elitaria ed individualista, mentre i principi costituzionali di eguaglianza e di parità dei diritti imporrebbero a chi gestisce la cosa pubblica di operare per il consolidamento dei sistemi di protezione collettiva.

Se con il comunicato dell’Amministrazione si ritiene di aver risolto il conflitto politico-culturale tra assessori, altrettanto ci sentiamo di chiedere alle forze politiche che sostengono l’attuale giunta (Partito Democratico e lista civica Una Mano per Nonantola) se sia sufficiente derubricare a fatto personale una questione di tale rilevanza.

Può bastare l’apparente retromarcia dell’Assessora, che pur rinnovando fedeltà al programma politico della coalizione di governo, conferma le sue posizioni personali e, conseguentemente, legittima una concezione della formazione privatistica e familistica che sfiducia il ruolo del servizio pubblico?

A nostro giudizio la contraddizione fra l’impianto politico-culturale enunciato dall’Assessore alla Pubblica Istruzione e l’atteggiamento, pur rispettose della legge, dell’Assessora all’Ambiente, rimane irrisolta. Inoltre, nell’idea espressa dall’Assessora sul ruolo dell’istruzione e del servizio pubblico, noi rileviamo una doppiezza preoccupante: poiché la medesima è responsabile di deleghe di estrema importanza (ambiente e urbanistica), dobbiamo aspettarci sorprese analoghe (cioè la prevalenza del privato sul pubblico) anche sulle questioni di sua diretta competenza?

Le contraddizioni emerse in seno all’attuale giunta sollecitano ulteriori riflessioni in merito alle modalità con cui le forze di maggioranza ed il Sindaco procedono alla composizione del governo locale. Quali requisiti il Sindaco, sostenuto dal Partito Democratico e dalla lista Una Mano per Nonantola, ha preso in considerazione nel momento in cui ha assegnato le deleghe per la gestione della cosa pubblica? Hanno tenuto conto dei possibili effetti sull’azione di governo di convinzioni personali così poco inclusive? L’attuale assetto di giunta è in grado di risolvere tali contraddizioni?

Per Nonantola Progetto 2030 la valorizzazione della scuola pubblica, la tutela dei beni comuni, la sostenibilità ambientale, la pianificazione urbanistica costituiscono questioni non negoziabili, così come riteniamo essenziale la funzione del pubblico senza se e senza ma, senza doppiezze o retropensieri.

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A tre anni dall’inizio dei lavori di riqualificazione di piazza Liberazione, a cantiere ancora aperto, rimangono ancora irrisolti una serie di problemi, primo fra tutti quello dell’accessibilità e della fruibilità dei cittadini di una parte vitale del centro storico di Nonantola, siano essi bambini in passeggino, cittadini in bicicletta o persone con limitate capacità motorie come gli anziani o i disabili.

È infatti evidente come le pavimentazioni utilizzate su gran parte della piazza (sassi arrotondati e cubetti irregolari in pietra), rendano difficili gli spostamenti sia a piedi che ai mezzi su ruota, mentre i dislivelli fra la piazza e i portici impediscono i normali spostamenti in carrozzina.

Per ricostruire la lunga vicenda il nostro Gruppo Consigliare ha presentato un’interrogazione all’Amministrazione comunale, da cui è emerso che in fase progettuale, al di là del rispetto delle norme di legge generali, l’Amministrazione abbia sottovalutato gli effetti di tale pavimentazione sulla piena accessibilità di una piazza centrale per la nostra comunità, né abbia riconsiderato il progetto quando, durante la lunga fase di cantiere, sono emerse a più riprese le criticità, in particolare per i cittadini con difficoltà motorie. Questo a nostro avviso è stato un grave errore, perché il superamento delle barriere architettoniche non è solo una questione di misure o rispetto delle distanze di legge, ma è anche il saper coniugare l'azione pubblica al rispetto dei diritti di tutti, partendo proprio dai soggetti più deboli e svantaggiati.

Se da un lato vanno osservate le indicazioni della Soprintendenza, altrettanto esse vanno ridiscusse e adeguate, insieme alle previsioni progettuali, quando le stesse, in fase di realizzazione, evidenzino un'incongruità con gli obiettivi principali. Invece, per la nostra Amministrazione “… non si intende disatteso l’obiettivo dell’abbattimento delle barriere architettoniche, così come previsto dalla normativa vigente”, per cui i cittadini, disabili o no, sono avvertiti: se la prendano con la legge e non con l’Amministrazione!

Nella risposta dell'Amministrazione – a nostro avviso molto "burocratica" – cogliamo infine un ulteriore limite nella sua azione, ossia l'insufficiente (a dir poco) controllo esercitato dal settore Lavori Pubblici durante i lavori di ricostruzione della piazza. Ci chiediamo come sia possibile che, nonostante le numerose segnalazioni fatte dai cittadini durante la lunghissima fase di cantiere, non si sia corsi ai ripari modificando il progetto e reindirizzando i lavori.

Quante volte i cittadini hanno evidenziato che la pavimentazione era troppo ruvida? Come mai ci si è accorti dei problemi dei dislivelli solo a lavoro praticamente ultimato? Perché ad opere consegnate escono esalazioni maleodoranti dai tombini? Chi seguiva per l’Amministrazione il cantiere e con quale frequenza lo sorvegliava? Certo, ora si può e si deve intervenire, per esempio con una levigatura antiscivolo su ampie porzioni della pavimentazione, costruendo le rampe d’accesso mancanti e rendendo funzionanti i sifoni nei tombini, ma non era meglio farlo prima, anche solo per contenere gli ulteriori costi?

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È passato esattamente un anno dall’inizio del cantiere per l’ampliamento della palestra della scuola media Dante Alighieri di Nonantola e ancora non è possibile sapere con certezza quando potranno riprendere le attività sportive che si svolgevano al suo interno. Per ricostruire questa lunga vicenda, il nostro Gruppo Consigliare ha presentato al Sindaco un’interrogazione, dalla cui risposta sono emerse alcune informazioni a nostro avviso allarmanti.

Apprendiamo infatti che i lavori nel cantiere non sono proseguiti con regolarità, ma piuttosto a singhiozzo e mai per più di due mesi consecutivi. Se si possono giustificare le fisiologiche interruzioni dovute al maltempo, quello che risulta incomprensibile è la sospensione di quattro mesi, a cantiere aperto e richiesta dal Comune, in attesa dell’“ottenimento della necessaria autorizzazione antisismica”, formulata in integrazione rispetto al progetto originale da parte del “servizio sismico unionale”.

La risposta dell'Amministrazione, invece di fornire spiegazioni esaustive fa peraltro sorgere ulteriori domande: perché si è assegnato un appalto sulla base di un progetto mancante di autorizzazione antisismica? Quali garanzie sulle capacità tecniche della ditta e sulla sicurezza dell'opera può dare un progetto esecutivo che non contempli all'origine l'ottemperanza alle norme antisismiche? Perché i lavori del cantiere, dopo l'ottenimento dell'autorizzazione, sono stati successivamente sospesi per ulteriori sei settimane, questa volta su richiesta del soggetto collaudatore, “che richiedeva di rivedere le tecniche di aggancio delle piastre di acciaio funzionali al miglioramento sismico”? Opere da rivedere perché il lavoro non era stato eseguito a regola d'arte o perché si sono manifestate delle disfunzioni? Se i lavori, da circa un anno, procedono per sospensioni e revisioni, dobbiamo addebitare questo percorso accidentato alle carenti capacità esecutive delle ditte appaltatrici, oppure alle insufficienze tecnico-organizzative del settore Lavori Pubblici del Comune?

Abbiamo infine chiesto quale sia la data presunta della fine dei lavori di ampliamento della palestra, ma non ci è stata data una risposta chiara: ci assicurano che la ditta appaltatrice dovrebbe completare il suo compito entro la fine di settembre (a calendario scolastico già iniziato), ma ci informano anche che i lavori non si concluderanno in quella data, mancando ancora parti della copertura, tribune e sistemi antincendio. Con queste informazioni nessuno è in grado di fare una previsione sui tempi di operatività della palestra, ma da questa vicenda si evidenzia con chiarezza quanto sia debole la capacità di intervento e di controllo del Comune per il progressivo impoverimento dei servizi dell'Area Tecnica e dei Lavori Pubblici e l'insufficiente presidio politico da parte dell'Assessorato.

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