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È partita la raccolta firme per una proposta di Legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista, promossa da Maurizio Verona, Sindaco di Stazzema.

Si può firmare anche in Comune a Nonantola, presso l'ufficio di Segreteria (Via Roma 41) nei giorni di lunedì, martedì e venerdì dalle 8.30 alle 10.30, mercoledì e giovedì dalle 10.30 alle 12.30 e il sabato dalle 9.30 alle 11.30. È opportuno telefonare per prenotarsi allo 059/896618.

Sono necessarie almeno 50.000 firme entro il 31 marzo. Nonantola Progetto 2030 invita tutti i cittadini a firmare e a pubblicizzare l'iniziativa.

L'alluvione di Nonantola dello scorso 6 dicembre non è stata una disgrazia causata dalle piogge eccessive. Quel giorno infatti, l'idrometro di Navicello non ha mai raggiunto la quota di allarme rosso. L'argine del Valentino ha ceduto prima, improvvisamente, quando c'erano ancora diversi metri di franco rispetto alla quota arginale. Esattamente quanto è successo il 19 gennaio 2014 a S. Matteo sul Secchia, causando l'alluvione di Bomporto e Bastiglia. Esattamente quanto è successo sul Panaro quel pomeriggio dello stesso giorno di sei anni fa, qualche centinaio di metri più a monte della falla di oggi, in quel caso, per fortuna, senza gravi conseguenze per Nonantola. Argini fragili dunque, che cedono improvvisamente ben prima di essere sormontati dalle acque. Come un ponte che crolla senza preavviso, come un palazzo che di punto in bianco collassa.

Le cause della falla di S. Matteo sul Secchia sono state individuate da uno studio commissionato nel 2014 dalla Regione Emilia-Romagna: "si ritiene che la presenza di un articolato sistema di tane (di istrice, tasso e volpe, n.d.r.) sia stata determinante ai fini del collasso arginale", conclude lo studio. Non sappiamo se il cedimento di oggi abbia le stesse cause, attendiamo i risultati di una nuova commissione di indagine, ma di certo le analogie sono molte.

Lo scorso 14 dicembre, in risposta a un'interrogazione presentata in Consiglio Provinciale dal gruppo Civici e Progressisti per Modena, AIPO, l’agenzia interregionale che ha in carico la gestione degli argini e dei fiumi del bacino idrografico del Po, ha ammesso che: 1) dal 2014 in poi non sono stati eseguiti lavori di adeguamento strutturale dell'argine sul tratto oggetto della rotta attuale; 2) l'attività di prevenzione dei danni causati da mammiferi con abitudini fossorie (istrice e tasso, n.d.r.) "appare utopistica per diverse ragioni" perché: a) le specie istrice e tasso sono protette e non cacciabili; b) le tane si riformano poche ore dopo la chiusura; c) azioni di protezione delle arginature (per esempio reti anti-intrusione o ingrossatura delle sagome arginali) sono "ardue" e "costosissime" e "al momento non sostenibili". In altre parole AIPO, pur consapevole del problema della fragilità arginale e delle sue conseguenze (certamente l'alluvione del 2014 è una di queste, molto probabilmente anche l'alluvione del 2020), alza le mani di fronte a un problema legislativo e a un problema di risorse.

Noi cittadini di Nonantola siamo sconcertati di fronte al "candore" di tali ammissioni. Nonostante fosse noto sia il problema della fragilità che la sua causa, in sei anni nulla è stato fatto a motivo di carenze legislative o di insufficienza di risorse per la manutenzione. Risorse che adesso saranno spese, in misura certamente maggiore, per gestire l'emergenza (si stima che l'alluvione di Bastiglia e Bomporto causò oltre 500 milioni di danni e Nonantola non sarà da meno). E alla luce di tali ammissioni si può ancora parlare di disgrazia? O sarebbe meglio parlare di mancati interventi?

Perché questo è un punto fondamentale: lo Stato in caso di disgrazia, cioè di un evento imprevedibile, è tenuto a dare sostegno ai cittadini colpiti in termini di aiuti, di parziali ristori, di offrire una mano per ripartire, come è successo per il terremoto del 2012, per la tromba d’aria nel 2014 o per la grandinata nel 2019. Ma se fosse accertata la mancata manutenzione o i mancati interventi con prevedibili conseguenze catastrofiche come il cedimento dell’argine, sarebbe ancora legittimo parlare di aiuti?

Noi di Nonantola Progetto 2030 crediamo di no. Crediamo che invece si debba parlare di risarcimento dei danni da parte di chi aveva il compito di tenere in efficienza e sicurezza una infrastruttura strategica come una diga (di fatto i nostri argini sono dighe: quando il vecchio ponte di Navicello viene chiuso a causa di una piena è perché il livello idrometrico del Panaro si trova all'altezza del terzo piano della Torre dei Modenesi). E un risarcimento danni deve essere al 100%, sia per quanto riguarda i danni all'edilizia, sia per quanto riguarda i danni ai beni mobili, agli elettrodomestici, ai macchinari, alle automobili, alle attività produttive e commerciali. Ben venga quindi la dichiarazione di stato d’emergenza nazionale riconosciuta dal Governo, ma altrettanto devono essere individuate le responsabilità e, quindi, garantiti i diritti di tutti i cittadini danneggiati. Non vogliamo aiuti, ma risarcimenti al 100%.

È quanto chiede lo stesso Comitato Cittadini Alluvionati di Nonantola che molto opportunamente si è costituito subito dopo l'evento catastrofico non per competere, ma per rivendicare dal basso l'azione risarcitoria nei confronti delle istituzioni coinvolte.

Infine, insieme ad altre forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale, abbiamo chiesto la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario sulle cause dell'alluvione e sui risarcimenti, alla presenza di AIPO, Regione Emilia-Romagna e Protezione Civile. Sarà anche l’occasione per discutere dell’anticipo sui risarcimenti, della quantificazione dei danni al patrimonio pubblico, del funzionamento del sistema di allerta, del deflusso delle acque sul nostro territorio e della struttura tecnica comunale che si troverà a gestire la grandissima mole delle richieste di risarcimento.

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Esprimiamo grande soddisfazione per l'annuncio che il 7 gennaio vedrà la riapertura delle scuole sia nel nostro Comune, segnato pesantemente dalla recente alluvione, sia per i nostri studenti delle scuole superiori (in percentuale 50% - 75% in presenza), che necessitano del trasporto pubblico verso Modena o altri comuni vicini. Una ripartenza a Nonantola dovuta all'impegno profuso, in questi giorni difficili, sia da chi ne ha la responsabilità (istituzioni, Amministrazione e protezione civile), sia dai tanti volontari che si sono messi a disposizione per garantire questo risultato non scontato a pochi giorni dall'alluvione.

Non vogliamo però tacere che in questa situazione di tensione positiva si siano manifestate anche diverse tensioni negative tra le diverse componenti della scuola (docenti e genitori) e con l'Amministrazione comunale. Si è nuovamente evidenziato quel malessere che ogni tanto riaffiora e si manifesta, su questioni specifiche, con modalità a volte dure e conflittuali che denotano, quantomeno, difficoltà di comunicazione e di ascolto reciproco.

Nel caso specifico, lo scontro, manifestatosi con articoli sui giornali, lettere pubbliche, ordini del giorno votati in consiglio comunale, dimissioni in Consiglio di Istituto e il coinvolgimento dei livelli scolastici provinciali e regionali, si è prodotto sull'attivazione della didattica a distanza nei giorni successivi all'alluvione.

Entrando nel merito noi di Nonantola Progetto 2030 pensiamo che:

  1. Si debba sempre fare ogni sforzo per garantire la didattica in presenza. Nulla può sostituire l'efficacia, sia relazionale, che dei processi di apprendimento, del rapporto diretto, in presenza, tra gli studenti stessi e tra gli studenti e i docenti.
  2. Nei momenti di eccezionalità come quelli che stiamo vivendo tutti dovrebbero essere pronti ad attivare forme flessibili di attività, alternando momenti in presenza all'interno di specifici progetti pensati, progettati e gestiti dai docenti, eventualmente anche in spazi diversi da quelli scolastici, a momenti di didattica a distanza.
  3. La scuola deve essere messa in condizione di attivare, in brevissimo tempo, la didattica a distanza, che va vista come extrema ratio, tutelando il diritto allo studio di tutti gli studenti, sia quelli con svantaggio economico o digitale, sia quelli con svantaggio culturale e prevedendo interventi specifici per alunni con disabilità.

Questo era il senso che noi abbiamo inteso dare, approvandolo, all'ordine del giorno sull'uso della didattica a distanza nei giorni post alluvione discusso in Consiglio Comunale. Queste opzioni non ci paiono in conflitto, ma vanno utilizzate secondo le esigenze. Sono opzioni a disposizione della scuola che le può attivare secondo le necessità.

Vogliamo essere chiari, non temiamo le prese di posizione ferme quando supportano visioni o sostengono punti di vista diversi. Temiamo invece l'incapacità di far discendere dal conflitto una ricomposizione che induca cambiamenti positivi. Temiamo che l'agire di tutti contro tutti, come semplice contrapposizione, si traduca in incomunicabilità e disorganizzazione.

Pensiamo si debba avere grande cura della scuola, perciò sollecitiamo tutti i soggetti coinvolti a ritrovare capacità di ascolto e volontà costruttiva reciproca. Invitiamo l'Amministrazione comunale a produrre un'iniziativa volta a superare i problemi e a rilanciare la centralità della scuola, consapevoli che incomunicabilità e spirito di autosufficienza non servono a nessuno.

Nonantola Progetto 2030, come forza di opposizione, ha avanzato da tempo tre proposte che possono aiutare a sviluppare confronto e ascolto reciproco.

  1. Un Consiglio comunale aperto annuale sulla scuola nel nostro Comune.
  2. La costituzione di una consulta della scuola.
  3. L'organizzazione del "settembre pedagogico", annuale o biennale, per sviluppare il rapporto scuola-città e creare sinergie fra scuole e territorio. Un momento di riflessione per tenere alta la tensione positiva della comunità sul terreno della formazione con laboratori, convegni, dibattiti ed eventi per insegnanti, genitori e tutta la cittadinanza.

Nessuna di queste proposte è mai stata presa in considerazione. Se si hanno altre idee è tempo che vengano esplicitate e concretizzate. Bisogna avere grande cura della scuola, perché il nostro futuro passa di lì.

Non meno importante è la questione del trasporto degli studenti per Modena e le difficoltà che da sempre ci sono e ora sono amplificate dalla pandemia. Auspichiamo che anche per i nostri studenti sia stato predisposto un servizio di trasporto adeguato alla situazione che stiamo vivendo. Sarebbe inaccettabile se ciò non avvenisse. Sollecitiamo quindi la nostra Amministrazione comunale a verificare, presso le autorità competenti (Prefettura, Provincia), prima del 7 gennaio 2021, che gli studenti di Nonantola possano accedere agli istituti scolastici di Modena nel rigoroso rispetto delle regole, sia sui pullman che prima, evitando gli assembramenti nelle fasi di attesa dei mezzi di trasporto, non escludendo la possibilità di gestione e controllo da parte delle forze dell'ordine o della polizia locale nei momenti di maggior afflusso.