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Mentre a Roma si fa scempio legalizzato di villini Liberty di inizio secolo per fare spazio a "volumi più moderni", in via Provinciale Est a Nonantola un edificio di inizio '900 è stato abbattuto, per far posto a cosa ancora non si sa. Un abbattimento certo legittimo poiché, essendo decaduta l'adozione della variante urbanistica assunta dal Consiglio Comunale di Nonantola nel 2010, è venuta meno la disposizione che lo tutelava come "Bene Culturale Minore".

Ecco cosa è accaduto: nell'ottobre 2010 la precedente Amministrazione iniziava un importante lavoro di identifi-cazione di quegli edifici che, sebbene privi di quegli elementi di pregio che ne richiedessero il vincolo da parte della Sovrintendenza, erano ritenuti significativi per la storia della comunità nonantolana. Per tutelarli come esempi di cultura urbanistica della bellezza e dell’equilibrio fra architettura, edilizia e benessere civico, il Consiglio Comunale decise all’unanimità di tutelare questi edifici (una trentina in tutto), identificandoli come “Beni Culturali Minori”. La tutela consentiva la ristrutturazione edilizia e la variazione d’uso, purché venisse assicurato il mantenimento delle caratteristiche tipologiche e storico-testimoniali degli edifici. L'idea era quella di impedire la mera sostitu-zione di pezzi del nostro patrimonio storico con indistinte edificazioni, pur consentendo ai legittimi proprietari di valorizzare il proprio patrimonio edilizio. Il periodo di salvaguardia, della durata di cinque anni, era inteso come misura temporanea in vista del suo recepimento definitivo nel nuovo Piano Urbanistico Generale, allora in fase istruttoria. Purtroppo, il terremoto prima e la snervante attesa di una nuova legge urbanistica regionale poi (con risultati deludenti, come abbiamo già avuto modo di dire), hanno portato alla scadenza amministrativa dell’atto adottato nel 2010, con la conseguente decadenza della salvaguardia.

Senza la salvaguardia, l'Amministrazione perde un importante strumento di governo delle trasformazioni urbanisti-che del territorio. Da tempo Liberi e Uguali Nonantola propone il ripristino della salvaguardia sui Beni Culturali Minori e prendiamo atto che ritardi poco comprensibili hanno portato a questo primo inopinato abbattimento, che sembra avvenuto addirittura in assenza di indicazioni progettuali future. Per evitare ulteriori abbattimenti come quello di via Provinciale Est ― che rimane un fatto grave, perché mette in discussione il patto programmatico di perseguire una progettazione urbanistica e una riqualificazione del patrimonio storico e paesaggistico nel segno della valorizzazione, della tutela e della qualità ― riteniamo oggi indispensabile reiterare immediatamente il provvedimento di salvaguar-dia dei Beni Culturali Minori di Nonantola, perché convinti che la pubblica Amministrazione debba dotarsi di stru-menti per scoraggiare le cattive prassi urbanistiche tese unicamente a favorire la rendita fondiaria ed edilizia (con conseguente consumo di suolo) e favorire invece gli interventi di recupero e riuso del comune patrimonio edilizio. È legittimo che il privato tragga beneficio dalla valorizzazione edilizia, ma altrettanto va salvaguardato quel patrimonio urbano e architettonico entrato nella memoria storica e civica della nostra comunità.

Per quanto riguarda l'area dell'abbattimento, che evidentemente sarà oggetto di un'imminente trasformazione urbanistica (risulta infatti difficile immaginare una proprietà che abbatte un edificio senza sapere che fare dopo), riterremo inaccettabile ogni proposta progettuale che si allontani da quei principi che hanno ispirato la salvaguardia dei Beni Culturali Minori, ed in particolare i cambiamenti di destinazione d'uso dell'area. Infine riteniamo indispensabile portare a conclusione in tempi brevi l’approvazione del nuovo piano urbanistico di Nonantola che, fra le altre cose, potrà tutelare definitivamente i Beni Culturali Minori e che dovrà essere redatto con il necessario coinvolgimento dei cittadini.

ISTITUIRE UNA COMMISSIONE INTERCOMUNALE SULLA MOBILITÀ
Negli ultimi decenni il nostro territorio è stato oggetto di un forte incremento demografico con conseguente au-mento del traffico automobilistico, una delle principali cause di inquinamento dell’aria. Tutto ciò all'interno di una Regione riconosciuta tra le più inquinate d'Italia e d’Europa. Il miglioramento della mobilità è quindi strettamente connesso con i nostri stili di vita e la qualità del nostro ambiente. Le soluzioni messe in campo fino ad oggi, a volte indispensabili come la tangenziale, si sono rivelate spesso molto costose e non sempre efficaci, non avendo prodotto né una riduzione dei flussi di traffico, né un miglioramento della qualità dell'aria che respiriamo. Il nodo di Navicello, con le sue quotidiane code di macchine, sta lì a dimostrare che c'è molto da fare e da cambiare. La forte interdipendenza fra Nonantola i comuni limitrofi e il capoluogo per lavoro, studio, accesso ai servizi socio sanitari, ecc., è un fatto indiscutibile. LeU Nonantola ritiene che sia giunto il tempo di lavorare alla costruzione di un piano per una mobilità integrata dell'area metropolitana. Un progetto che miri ad incentivare nuovi stili di vita mettendo in campo un'idea di mobilità che integri gomma, ferrovia, piste ciclabili e trasporto pubblico efficace, modificando la visione attuale tutta incentrata sull'asfalto e sulla gomma. Proponiamo la costituzione di una commissione intercomunale sulla mobilità che veda la presenza dei comuni dell'Unione del Sorbara e del comune di Modena.

IL NODO NAVICELLO - DA NONANTOLA A CASTELFRANCO - UN BICIPLAN DI DISTRETTO
Il tempo necessario per predisporre un progetto generale non può essere vuoto di iniziative. È necessario inter-venire con urgenza sul nodo di Navicello e con il Comune di Modena il confronto è stato avviato. Oltre a Navicello si deve affrontare il tema del collegamento Nonantola-Castelfranco, sia per incentivare l'uso della stazione ferro-viaria (verso Bologna), sia per facilitare l'accesso alla casa della salute. I collegamenti previsti ad oggi sono assolu-tamente lontani dalle necessità. Va studiato un sistema di trasporto pubblico con navette leggere (sono inutili i mega-autobus) che colleghino i Comuni in modo costante e sistematico e garantiscano il servizio ogni 30/40 mi-nuti, rapportandosi agli orari dei servizi socio sanitari (CUP, visite specialistiche ecc.) e agli orari dei treni. Facendo tesoro dell'esperienza sperimentale avviata con la pedonalizzazione/ciclabilità nei fine settimana della zona rurale Nonantola - Villa Sorra - Castelfranco partendo da via Masetto, LeU Nonantola ritiene necessario stipulare una convenzione fra i Comuni del distretto per avviare un vero e proprio bici-plan che colleghi Comuni, emergenze culturali, ambientali ed enogastronomiche dei territori dell'Unione del Sorbara.
NUOVA STAZIONE AUTOCORRIERE - MESSA IN SICUREZZA DI VIA DI MEZZO
Realizzata la tangenziale è ora necessario ora dare seguito agli impegno presi per rendere la mobilità nel territorio di Nonantola più sicura, moderna, integrata. In questo senso va la costruzione di una nuova stazione delle corriere, spe-riamo presto ingrata con pensiline coperte e riparate per i passeggeri in attesa e di una biglietteria automatica. Solleci-tiamo la piantumazione di alberi nelle zone a verde e il posizionamento di cestini porta rifiuti predisposti per la rac-colta differenziata. Bene anche la scelta di mettere messa in sicurezza la via di Mezzo fino al sottopassaggio della tan-genziale all’ingresso di Casette (a proposito, a che punto siamo con i lavori?). Noi di LeU Nonantola insistiamo perché, come proponiamo da tempo, si progetti in modo partecipato il riordino complessivo dell’asse di via di Mezzo, da Nonantola fino alla "rotonda Borsari" a Casette, con la sua messa in sicurezza, arredo urbano, aiuole, ciclabilità, ecc.

UN PIANO PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE A NONANTOLA
LeU Nonantola ritiene infine indispensabile, senza attendere ulteriormente il nuovo piano urbanistico, costruire un piano comunale per la mobilità sostenibile che:

  1. predisponga zone a 30 km/h nelle aree del centro e nei punti più trafficati delle frazioni per ridurre la velocità e aumentare la sicurezza di ciclisti e pedoni;
  2. attivi una sinergia tra sensi unici (ove siano efficaci), arredo urbano, percorsi ciclo pedonali, attraversamenti pedonali e ciclabili in sicurezza;
  3. studi una rete di piste ciclabili che colleghino centro e frazioni anche utilizzando tratti esistenti o strade di campagna.

Piani troppo ambiziosi? Noi pensiamo di no. Senza un po’ di ambizione e di visione si rimane fermi e non si costruisce quel legame di empatia con il proprio territorio, ma soprattutto senza progetti anche solo parziali all'interno di un quadro di riferimento non si accede a nessun tipo di finanziamento e senza risorse tutto diventa più difficile. Le risorse necessarie vanno reperite in primo luogo riallocando quelle già stan-ziate per il potenziamento del vecchio sistema su gomma: basta sprecare soldi in quella direzione!