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In queste ore girano sui social appelli da parte della maggioranza che chiedono a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale di fare fronte comune per risolvere la questione della possibile chiusura della caserma dei Carabinieri e della sua trasformazione in un front-office in via Natale Bruni, ricavato da un immobile sequestrato alla criminalità organizzata.

Quello dell'incombente sfratto dei Carabinieri dall'attuale (oramai ex-) caserma di via Salvo D'Acquisto è un problema aperto da quasi un decennio. La "soluzione" individuata dall'attuale Amministrazione era quella di consentire al proprietario di ristrutturare e ampliare l'immobile a fronte di un adeguamento del canone di affitto. Come avevamo già detto nel 2018, l'accordo aveva troppi margini di incertezza e rischiava di avere come unico risultato quello di spostare in avanti il problema della collocazione definitiva della caserma. La finalizzazione di quel nebuloso accordo sarebbe dovuto avvenire con l'approvazione di una variante urbanistica nel febbraio 2020, ma a sorpresa, in Consiglio comunale il punto riguardante la caserma venne stralciato "per mancanza dei presupposti per l'approvazione". Lo sfratto esecutivo notificato oggi ai Carabinieri conferma, nei fatti, i nostri dubbi di allora.

Di fronte ad una situazione che è palesemente precipitata (la caserma in un camper a Nonantola non si era mai vista prima, neanche in occasione del terremoto) dalla maggioranza arriva un appello pubblico all'unità per "raggiungere insieme obiettivi importanti per la comunità". Noi sul tema del mantenimento della caserma sul territorio c'eravamo prima e ci siamo anche adesso, ma non ci si faccia la paternale sulla collaborazione o sull'importanza del tema. Ognuno si assuma le responsabilità delle scelte fatte e di cosa invece non sia stato fatto.

Rispetto alla presenza di una caserma dei Carabinieri, Nonantola Progetto 2030 ribadisce la necessità di mantenere un presidio locale, inserito organicamente nel quadro dell’Unione del Sorbara, per garantire a tutti i cittadini sicurezza e legalità. Pertanto proponiamo l’apertura di un tavolo permanente con la Prefettura, l’Amministrazione e il Consiglio Comunale che, affrontando in maniera efficace e duratura sia la questione della collocazione della caserma, sia la questione della ripartizione degli oneri fra i vari soggetti, si confronti nei termini di un rinnovato accordo sull’immobile di via Salvo D’Acquisto ovvero, in caso contrario, nell’individuazione di un’alternativa adatta ad ospitare a Nonantola una caserma e non un semplice front-office aperto solo in determinati orari.

Caserma o front-office?

La differenza ce la spiega meglio di quanto potremmo fare noi stessi il sito web nazionale dei Carabinieri:

Il ruolo delle Stazioni e dei suoi comandanti va ben oltre lo svolgimento delle attività primarie di polizia. Esso si sostanzia in un rapporto di conoscenza diretta e reciproca con il cittadino che richiama una vera e propria funzione di “rassicurazione sociale”. I Carabinieri della Stazione non “prestano servizio” in un Comune, gli “appartengono” e ne costituiscono un punto di riferimento sociale ed umano oltre che professionale. Ad essi ci si affida per ricevere un parere autorevole sulle questioni più disparate, per un consiglio o un aiuto.

Ciclo di tre conferenze in diretta streaming organizzate da Emilia-Romagna Coraggiosa - Modena con l'adesione delle liste civiche Sinistra per ModenaIdee in Comune - Castelfranco EmiliaNonantola Progetto 2030 e Una Mano per Nonantola.

Terzo incontro martedì 27 aprile ore 18:30 - Transizione ecologica e emergenza climatica

Intervengono:

  • Carlo Cacciamani - climatologo - Responsabile del servizio IdroMeteoClima - Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente Emilia-Romagna (ARPAE): I cambiamenti climatici antropogenici in Emilia-Romagna
  • Testimonianza di Francesca Serafini - Friday for Future Castelfranco Emilia
  • Testimonianza di Francesco Vincenzi - Presidente del Consorzio della Bonifica Burana
  • Elly Schlein - Vice Presidente della Regione Emilia-Romagna e promotrice di Emilia-Romagna Coraggiosa: La sfida della transizione ecologica e la lotta alle diseguaglianze: il patto per il lavoro e il clima
  • Interventi e domande dal pubblico attraverso i canali YouTube e Facebook.

In diretta streaming sui canali YouTube e Facebook di Emilia Romagna Coraggiosa Modena.

La Provincia di Modena ha recentemente istituito un osservatorio sui dati del contagio da covid-19, che riporta, comune per comune, il valore dell'indice di incidenza di nuovi casi settimanali riferiti a una popolazione di 100 mila abitanti. È uno strumento molto utile e importante che avevamo già chiesto pubblicamente in un nostro precedente comunicato, ricevendo, da parte di alcuni, critiche di ingiustificato allarmismo.

Cittadini e istituzioni potranno ora monitorare in tempo reale la situazione del proprio ambito territoriale confrontandola con la soglia critica dei 250 casi settimanali per 100 mila abitanti.

Ringraziando la Provincia per il suo impegno, rimaniamo convinti che la conoscenza della situazione reale non sia mai fonte di allarmismo, ma la base corretta per agire tempestivamente su base oggettiva ed assumere provvedimenti efficaci nei tempi giusti.

Ciclo di tre conferenze in diretta streaming organizzate da Emilia-Romagna Coraggiosa - Modena con l'adesione delle liste civiche Sinistra per ModenaIdee in Comune - Castelfranco EmiliaNonantola Progetto 2030 e Una Mano per Nonantola.

Secondo incontro lunedì 22 marzo ore 21 - Sicurezza idrogeologica e difesa del suolo: domande, idee e soluzioni. Un dialogo fra cittadini e istituzioni

Intervengono:

  • Federica Nannetti - Sindaca di Nonantola
  • Giovanni Gargano - Sindaco di Castelfranco Emilia
  • Gian Carlo Muzzarelli - Sindaco di Modena
  • Irene Priolo - Assessora all'ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile della Regione Emilia-Romagna

Introduce e conduce: Valentina Graziosi - Emilia Romagna Coraggiosa Modena


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In occasione della conferenza dei capigruppo, da noi fortemente richiesta insieme a quasi tutte le forze politiche rappresentate in consiglio comunale e finalmente convocata solo lo scorso 2 marzo, si è parlato della situazione sanitaria di Nonantola. Peccato per l'assenza dell'AUSL alla quale avremmo chiesto perché di fronte a dati allarmanti da noi segnalati già da settimane non sono stati presi provvedimenti.

Ci è stato riferito che i nuovi casi sono in aumento a causa della maggiore contagiosità delle nuove varianti del virus e dai comportamenti non sempre rispettosi delle regole da parte di alcuni cittadini e quindi, a partire dal prossimo 4 marzo, tutta la provincia di Modena sarà dichiarata zona rossa, con forti limitazioni agli spostamenti, chiusure di attività considerate non essenziali e, soprattutto, lo stop alle attività scolastiche in presenza.

Non ci interessa il primato di aver richiamato l'attenzione delle istituzioni su una situazione che stava andando fuori controllo, ma alcune considerazioni dobbiamo farle. La prima riguarda il ruolo delle istituzioni preposte alle decisioni in materia sanitaria. Regioni e governo stanno decidendo se accettare come valore di incidenza critica quella suggerita dal CTS, ossia 250 nuovi casi settimanali per 100 mila abitanti, superati i quali si andrebbe automaticamente in zona rossa. I dati che abbiamo pubblicato indicano che Nonantola avrebbe superato la soglia critica già il 4 febbraio. Perchè chi raccoglie e gestisce i dati del contagio (leggasi l'AUSL) non ha segnalato il rapido aumento dei casi e il superamento della soglia critica? Perchè la prima azione concreta di contrasto arriva a un mese dai primi campanelli di allarme? Qual è la catena delle decisioni e perchè è così in ritardo rispetto ai segnali? Ci voleva la decisione dei giorni scorsi del Sindaco di Bologna per affrontare l'argomento e sbloccare la situazione?

La seconda riguarda i numeri del contagio. Servono indicazioni chiare e costantemente aggiornate sull'andamento della pandemia. Il bollettino che fornisce l'AUSL, pubblicato quotidianamente anche sul sito web del Comune, non dà una lettura chiara della situazione. Il numero quotidiano dei nuovi casi e delle persone attualmente positive non consente di monitorare l'incidenza del contagio. Serve una raccolta storica dei dati, con dati aggregati per settimana e riferita a una popolazione standard di 100 mila abitanti per poter confrontare la situazione di un comune in rapporto a quelli vicini e ai dati provinciali e regionali. Serve cioè un osservatorio provinciale sui dati del contagio che consenta ai cittadini di farsi un'idea reale della situazione e alle istituzioni di prendere decisioni pronte su basi concrete e aggiornate. AUSL e Provincia avrebbero le competenze e le risorse per farlo: chiediamo che venga istituito subito.

Infine la questione delle misure da adottare e dei controlli. Come siamo arrivati alla zona rossa? Evidentemente il costante richiamo al rispetto delle regole non è bastato. Occorre trovare nuove soluzioni, sia per informare i cittadini, sia per disincentivare i comportamenti scorretti. Pensiamo all'uso dell'allarme telefonico che abbiamo già visto in azione durante le fasi critiche dell'alluvione. Un messaggio chiaro sull'esplosione dei contagi e sui rischi per la salute e per le relazioni sociali potrebbe dare un segnale più efficace di un post sulle reti social destinato a perdersi nel rumore di fondo. Pensiamo anche ad una campagna nelle scuole, visto che le nuove varianti del virus si diffondono più facilmente fra i giovani. Pensiamo anche che ai necessari richiami e sollecitazioni al rispetto delle regole si debbano accompagnare controlli stringenti e, se necessario, sanzionare i trasgressori. Lo si deve anche a chi rispetta le regole e si trova oggi a subire le conseguenze di comportamenti scorretti di una minoranza o a mancati provvedimenti più restrittivi nei confronti di attività aggregative extrascolastiche organizzate o libere.

Oggi con la zona rossa generalizzata siamo tutti più penalizzati, attività commerciali, famiglie che devono riorganizzarsi, mobilità limitata, relazioni sociali fortemente ridotte e, dulcis in fundo, scuole di ogni ordine e grado chiuse, didattica a distanza per chi può, con tutti i limiti che ha la scuola a distanza. Occorre agire affinchè la scuola ritorni in presenza nel più breve tempo possibile, eventualmente anche stringendo sulle aggregazioni fuori dalla scuola.

Incidenza settimanale di nuovi casi di Covid-19 riferita a una popolazione di 100 mila abitanti, calcolate su dati disponibili sulla stampa (fonte: La Pressa, salute.regione.emilia-romagna.it, Corriere, Repubblica, Messaggero, tg24 Sky)

Pubblichiamo un aggiornamento sui dati dell'indice di incidenza di nuovi casi settimanali di covid-19 a Nonantola, messo a confronto con lo stesso indice per la provincia di Modena, l'Emilia-Romagna e l'Italia, indice riferito a una popolazione di 100 mila abitanti.

Sono numeri estremamente preoccupanti, che come Nonantola Progetto 2030 abbiamo segnalato alla Conferenza dei capigruppo (l'organismo consultivo del Comune cui partecipano i capigruppo di ciascun gruppo consigliare, presieduta dal presidente del consiglio comunale, cui partecipa anche il Sindaco) già da martedì 16 febbraio, quando l'incidenza era ancora inferiore ai 400 casi settimanali per 100 mila abitanti. Oggi, dopo soli 12 giorni, l'incidenza è salita a 737 nuovi casi settimanali per 100 mila abitanti, un valore più che doppio di quello di Modena.

Una nuova richiesta convocazione urgente della Conferenza dei capigruppo è stata rinnovata lunedì 22 febbraio, (inoltrata da Nonantola Progetto 2030, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Nonantola Libera, cui si è associato anche il capogruppo di Una Mano Per Nonantola), richiesta rimasta lettera morta fino a sabato 27 febbraio quando la Presidente del consiglio Ferri, ammettendo che "la situazione è delicata" ha finalmente convocato la Conferenza dei capigruppo per martedì prossimo, 19 giorni dopo l'ultimo incontro, con buona pace dell'urgenza.

Vista la riluttanza dell'Amministrazione a discutere nelle sedi appropriate della preoccupante situazione dei contagi, giovedì 25 febbraio abbiamo pubblicato i nostri dati, chiedendo all'AUSL se la situazione di Nonantola non richiedesse interventi specifici e continueremo a farlo fino a quando l'incidenza dei contagi rimarrà così alta.

Vedremo cosa ci dirà martedì la Sindaca, visto che con un post sui social ci informa che "il contatto con ASL è frequente, anche quotidiano quando ce n'è bisogno". Rimane a nostro avviso inaccettabile che queste informazioni non vengano condivise con i consiglieri comunali e con i cittadini.

Dopo lo screening generalizzato esteso a tutte le persone che frequentano la scuola primaria Fratelli Cervi di Nonantola e il tranquillizzante comunicato dell’Amministrazione comunale del 21 febbraio scorso riferito alla situazione della scuola, permane la preoccupazione per i dati che riguardano la città nel suo insieme e ci chiediamo se non sia il caso di intraprendere azioni di contenimento del coronavirus più efficaci del consueto richiamo al rispetto delle regole.

Perché purtroppo i numeri del contagio a Nonantola rimangono alti come abbiamo già segnalato all’Amministrazione comunale lo scorso 16 febbraio in occasione della Conferenza dei capigruppo (in media oltre 11 nuovi casi al giorno da tre settimane), un trend che non accenna a diminuire.

Preoccupati da questo trend, abbiamo confrontato i dati dei nuovi contagi di Nonantola con quelli medi della provincia di Modena, dell’Emilia-Romagna e dell’Italia, calcolando l’indice di incidenza settimanale di nuovi casi riferita a una popolazione di 100 mila abitanti. Il risultato è che mentre in Italia si verificano in media 161 nuovi casi e sia in Emilia-Romagna che in provincia di Modena i nuovi casi sono 266 (valore che giustifica il colore arancione recentemente acquisito dalla nostra regione) a Nonantola l’incidenza settimanale è andata aumentando nel mese di febbraio fino al valore attuale di 611 nuovi casi settimanali.

Incidenza settimanale di nuovi casi di Covid-19 riferita a una popolazione di 100 mila abitanti, calcolate su dati disponibili sulla stampa (fonte: La Pressa, salute.regione.emilia-romagna.it, Corriere, Repubblica, Messaggero, tg24 Sky)

Con queste nostre valutazioni non vogliamo sostituirci alle autorità sanitarie, ma a queste chiediamo se questi dati non richiedano una maggior attenzione da parte dell’AUSL sulla situazione nonantolana. Quali azioni si devono intraprendere per riportare questa curva a valori in linea con la media provinciale? Servono più tamponi (perché dunque non estenderli a tutta la cittadinanza?) o tracciamenti più efficaci? Servono misure eccezionali come quelle adottate dai 14 Comuni dell’AUSL di Imola (la cosiddetta zona arancione scuro) quando l’incidenza settimanale ha superato i 400 casi? Serve un osservatorio provinciale e pubblico sui dati del contagio?

Di certo il richiamo al rispetto delle regole non è sufficiente e ogni giorno che passa conta. Riteniamo importante che le istituzioni, nel loro insieme e con le loro specifiche competenze, si facciano punto di riferimento per i cittadini. Per questo motivo, lunedì scorso Nonantola Progetto 2030, insieme ad altre forze politiche rappresentate in consiglio comunale, ha chiesto all’Amministrazione la convocazione d’urgenza di una Conferenza dei capigruppo per decidere, con le autorità sanitarie, come affrontare questa preoccupante situazione.

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Ciclo di tre conferenze in diretta streaming organizzate da Emilia-Romagna Coraggiosa - Modena con l'adesione delle liste civiche Sinistra per Modena, Idee in Comune - Castelfranco Emilia, Nonantola Progetto 2030 e Una Mano per Nonantola.

Primo incontro lunedì 22 febbraio 2021 ore 21 - La rotta del Panaro, l'alluvione di Nonantola e della Fossalta: rischio idraulico del nodo di Modena, corridoi ecologici e animali fossori, il ruolo di prevenzione delle politiche urbanistiche

Intervengono:

  • Paolo Mignosa - Università di Parma: Il rischio di allagamento del territori della pianura modenese
  • Mauro Ferri - faunista: Il corridoio ecologico del Panaro e gli animali fossori
  • Eriuccio Nora - Esperto di pianificazione territoriale: La riduzione del rischio idraulico e della vulnerabilità territoriale operata dalla pianificazione urbanistica
  • Carlo Magnoni - Candidato all'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna: Cosa imparare dall'alluvione del Panaro
  • Interventi e domande dal pubblico
  • Conclusioni di Igor Taruffi - Capogruppo gruppo assembleare Emilia-Romagna Coraggiosa

Conduce: Alessandro di Bona

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È partita la raccolta firme per una proposta di Legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista, promossa da Maurizio Verona, Sindaco di Stazzema.

Si può firmare anche in Comune a Nonantola, presso l'ufficio di Segreteria (Via Roma 41) nei giorni di lunedì, martedì e venerdì dalle 8.30 alle 10.30, mercoledì e giovedì dalle 10.30 alle 12.30 e il sabato dalle 9.30 alle 11.30. È opportuno telefonare per prenotarsi allo 059/896618.

Sono necessarie almeno 50.000 firme entro il 31 marzo. Nonantola Progetto 2030 invita tutti i cittadini a firmare e a pubblicizzare l'iniziativa.

L'alluvione di Nonantola dello scorso 6 dicembre non è stata una disgrazia causata dalle piogge eccessive. Quel giorno infatti, l'idrometro di Navicello non ha mai raggiunto la quota di allarme rosso. L'argine del Valentino ha ceduto prima, improvvisamente, quando c'erano ancora diversi metri di franco rispetto alla quota arginale. Esattamente quanto è successo il 19 gennaio 2014 a S. Matteo sul Secchia, causando l'alluvione di Bomporto e Bastiglia. Esattamente quanto è successo sul Panaro quel pomeriggio dello stesso giorno di sei anni fa, qualche centinaio di metri più a monte della falla di oggi, in quel caso, per fortuna, senza gravi conseguenze per Nonantola. Argini fragili dunque, che cedono improvvisamente ben prima di essere sormontati dalle acque. Come un ponte che crolla senza preavviso, come un palazzo che di punto in bianco collassa.

Le cause della falla di S. Matteo sul Secchia sono state individuate da uno studio commissionato nel 2014 dalla Regione Emilia-Romagna: "si ritiene che la presenza di un articolato sistema di tane (di istrice, tasso e volpe, n.d.r.) sia stata determinante ai fini del collasso arginale", conclude lo studio. Non sappiamo se il cedimento di oggi abbia le stesse cause, attendiamo i risultati di una nuova commissione di indagine, ma di certo le analogie sono molte.

Lo scorso 14 dicembre, in risposta a un'interrogazione presentata in Consiglio Provinciale dal gruppo Civici e Progressisti per Modena, AIPO, l’agenzia interregionale che ha in carico la gestione degli argini e dei fiumi del bacino idrografico del Po, ha ammesso che: 1) dal 2014 in poi non sono stati eseguiti lavori di adeguamento strutturale dell'argine sul tratto oggetto della rotta attuale; 2) l'attività di prevenzione dei danni causati da mammiferi con abitudini fossorie (istrice e tasso, n.d.r.) "appare utopistica per diverse ragioni" perché: a) le specie istrice e tasso sono protette e non cacciabili; b) le tane si riformano poche ore dopo la chiusura; c) azioni di protezione delle arginature (per esempio reti anti-intrusione o ingrossatura delle sagome arginali) sono "ardue" e "costosissime" e "al momento non sostenibili". In altre parole AIPO, pur consapevole del problema della fragilità arginale e delle sue conseguenze (certamente l'alluvione del 2014 è una di queste, molto probabilmente anche l'alluvione del 2020), alza le mani di fronte a un problema legislativo e a un problema di risorse.

Noi cittadini di Nonantola siamo sconcertati di fronte al "candore" di tali ammissioni. Nonostante fosse noto sia il problema della fragilità che la sua causa, in sei anni nulla è stato fatto a motivo di carenze legislative o di insufficienza di risorse per la manutenzione. Risorse che adesso saranno spese, in misura certamente maggiore, per gestire l'emergenza (si stima che l'alluvione di Bastiglia e Bomporto causò oltre 500 milioni di danni e Nonantola non sarà da meno). E alla luce di tali ammissioni si può ancora parlare di disgrazia? O sarebbe meglio parlare di mancati interventi?

Perché questo è un punto fondamentale: lo Stato in caso di disgrazia, cioè di un evento imprevedibile, è tenuto a dare sostegno ai cittadini colpiti in termini di aiuti, di parziali ristori, di offrire una mano per ripartire, come è successo per il terremoto del 2012, per la tromba d’aria nel 2014 o per la grandinata nel 2019. Ma se fosse accertata la mancata manutenzione o i mancati interventi con prevedibili conseguenze catastrofiche come il cedimento dell’argine, sarebbe ancora legittimo parlare di aiuti?

Noi di Nonantola Progetto 2030 crediamo di no. Crediamo che invece si debba parlare di risarcimento dei danni da parte di chi aveva il compito di tenere in efficienza e sicurezza una infrastruttura strategica come una diga (di fatto i nostri argini sono dighe: quando il vecchio ponte di Navicello viene chiuso a causa di una piena è perché il livello idrometrico del Panaro si trova all'altezza del terzo piano della Torre dei Modenesi). E un risarcimento danni deve essere al 100%, sia per quanto riguarda i danni all'edilizia, sia per quanto riguarda i danni ai beni mobili, agli elettrodomestici, ai macchinari, alle automobili, alle attività produttive e commerciali. Ben venga quindi la dichiarazione di stato d’emergenza nazionale riconosciuta dal Governo, ma altrettanto devono essere individuate le responsabilità e, quindi, garantiti i diritti di tutti i cittadini danneggiati. Non vogliamo aiuti, ma risarcimenti al 100%.

È quanto chiede lo stesso Comitato Cittadini Alluvionati di Nonantola che molto opportunamente si è costituito subito dopo l'evento catastrofico non per competere, ma per rivendicare dal basso l'azione risarcitoria nei confronti delle istituzioni coinvolte.

Infine, insieme ad altre forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale, abbiamo chiesto la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario sulle cause dell'alluvione e sui risarcimenti, alla presenza di AIPO, Regione Emilia-Romagna e Protezione Civile. Sarà anche l’occasione per discutere dell’anticipo sui risarcimenti, della quantificazione dei danni al patrimonio pubblico, del funzionamento del sistema di allerta, del deflusso delle acque sul nostro territorio e della struttura tecnica comunale che si troverà a gestire la grandissima mole delle richieste di risarcimento.